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Giorni di Maturità

Giorni di “maturità”. Dal mio esame tanto è cambiato: la seconda prova (che per me fu una versione di latino); le prove orali (all’epoca le materie su cui conferire erano 2).

Migliaia di ragazzi che, armati di tanti sospiri, si recano verso quello che è sempre stato considerato il primo “ostacolo” per entrare nel mondo dei grandi. Un esame che rappresenta la linea di confine: di qua sei un ragazzino, di là sei un uomo. Magari questa cosa valeva per i nostri nonni; oggi vale ancora?

Tanto è rimasto uguale: le emozioni, le trepidazioni e le preoccupazioni.

Più di tutte, la cosa che da decenni rimane uguale accumunando generazioni e generazioni da nord a sud è una sola: tutti insieme o ciascuno nella intimità della propria camera, abbiamo o abbiamo avuto nelle orecchie le note della canzone che oggi, dopo 35 anni, ci rappresenta nel momento in cui ci approcciamo alla maturità e tutti, in quella notte magica, ci siamo ritrovati a canticchiare “Notte di lacrime e preghiere, la matematica non sarà mai il mio mestiere”.

Forza ragazzi! Finire le superiori è bellissimo!

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